L’INPS, dopo le polemiche sull’importo dell’assegno riconosciuto ad alcuni beneficiari che sarebbe inferiore a quello già percepito con il reddito di inclusione, in un comunicato stampa assicura che sarà applicato il principio del trattamento più favorevole.
Il REI e il reddito di cittadinanza rappresentano due meccanismi, due modalità, due forme diverse per una sostanza simile. Le due misure gestite dall’INPS hanno lo scopo di offrire un sostegno economico ai cittadini che ne hanno bisogno. Tuttavia il REI ha lasciato il posto al Reddito di cittadinanza tanto che dal 1° Marzo il Reddito di inclusione non può più essere richiesto, e da aprile non può essere più riconosciuto né rinnovato per la seconda volta.
Tuttavia coloro ai quali il diritto è stato riconosciuto prima di aprile 2019, il beneficio sarà erogato per la durata inizialmente prevista.
Tutti, anche i beneficiari del REI, possono richiedere il reddito di cittadinanza e rinunciare all’assegno percepito in precedenza nel caso in cui si ottenga la nuova card.
Il regime transitorio delineato dall’Inps nella circolare numero 43 del 2019 è chiaro, ma passando dalla teoria alla pratica si sono rivelati dei problemi.
Alcuni beneficiari REI che hanno richiesto ed ottenuto il redito di cittadinanza hanno constatato che l’importo del nuovo assegno era inferiore a quello del REI.
L’INPS è intervenuta con un comunicato stampa diffuso il 19 aprile attraverso il quale ha chiarito che al verificarsi di un caso del genere, al cittadino che non aveva terminato la fruizione del REI sarà assicurato il trattamento più favorevole.
Quindi, nel caso in cui i cittadini abbiano i requisiti per beneficiare del REI e del RDC, e gli importi siano diversi, hanno diritto al sostegno economico di valore superiore.
REDDITO DI CITTADINANZA E REI, POLEMICHE E CHIARIMENTI INPS SULL’IMPORTO
Il valore degli importi ha suscitato polemiche in relazione al fatto che è stato ritenuto troppo basso rispetto alle aspettative. Anche in questo caso è intervenuto il presidente INPS che ha così spiegato le cose:
“ Il 65% delle 473 mila pratiche fino ad oggi accettate del reddito di cittadinanza ha un importo tre i 400,00 e 1200,00 euro. La media dell’assegno è di 520,00 euro. E ’questo il dato che bisogna raccontare, tutto è stato calcolato in modo equo. Spiace che si soffermi sui casi di singoli che avendo già un reddito percepiscono importi tra i 40,00 e 150,00 euro. Questi casi rappresentano il 17% della platea”.
E, come si legge nel manuale Inps dedicato, la cifra minima riconosciuta è 40,00 euro.
Il reddito di cittadinanza si calcola sommando due quote:
- L’integrazione al reddito, che può arrivare ad un massimo di 000,00 euro annui, 500,00 euro al mese, è calcolata tenendo conto del numero d della tipologia dei componenti il nucleo;
- Il contributo per l’affitto o per il mutuo, che in caso di locazione della casa di abitazione non può essere superiore a 3.360,00 euro annui, pari a 280,00 euro mensili per il redito di cittadinanza. In caso di mutuo, il contributo arriva fino a 150,00 euro mensili.
Essendo il REI uno strumento di integrazione al reddito, la soglia con cui confrontare le risorse economiche del nucleo familiare è pari per un singolo a 2.250,00 euro e cresce al crescere del nucleo familiare.
Riportiamo di seguito il beneficio massimo destinato a coloro che non ricevono altri trattamenti e hanno reddito pari a zero:
componenti importo Rei mensile
- 187,50€
- 294,50€
- 382,50€
- 461,25€
- 534,37€
- 539,82€
Per le due misure i fattori e i meccanismi sono diversi, ma a parere di alcuni, la nuova misura di sostegno è meno generosa della prima.